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Di Gloria In Gloria

LA SENTENZA DI MORTE

Capitolo Quinto

Di Gloria In Gloria, libro per David W. Dyer

Pubblicazione di Ministeri "A Grain Of Wheat"

Scritto per David W. Dyer

INDICE

Capitolo 1: L’AMORE DI DIO

Capitolo 2: L’OFFERTA DELLA VITA

Capitolo 3: I DUE ALBERI

Capitolo 4: LE DUE NATURE

Capitolo 5: LA SENTENZA DI MORTE (Capitolo Attuale)

Capitolo 6: LA SALVEZZA DELL’ANIMA

Capitolo 7: IL TRIBUNALE DI CRISTO

Capitolo 8: MONTAGNE E VALLI

Capitolo 9: IL SANGUE DEL PATTO

Capitolo 10: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (1)

Capitolo 11: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (2)

Capitolo 12: PER GRAZIA TRAMITE LA FEDE

Capitolo 13: L’IMMAGINE DELL’INVISIBILE

Capitolo 14: LA SPERANZA DELLA GLORIA



Capitolo 5: LA SENTENZA DI MORTE


Negli ultimi capitoli, abbiamo parlato del fatto che come cristiani, abbiamo due vite e due nature. Dal nostro padre Adamo, abbiamo ricevuto una vita naturale, umana (dal greco PSUCHÊ), con una decaduta, peccaminosa natura. Quando “nasciamo di nuovo”, riceviamo da Dio Padre una vita increata con la natura divina (dal greco ZOE). Tutti i credenti in Gesù hanno dentro di se due vite, che manifestano due nature diverse. Conseguentemente, quando viviamo per mezzo della nostra vita naturale, esprimiamo la nostra natura peccaminosa e quando viviamo attraverso la nuova, quella divina, evidenziamo la santa natura di Dio. É qui che i cristiani incontrano un dilemma. Come è possibile essere ripieno e evidenziare la vita di Dio? E poi, come è possibile essere liberi dalla vecchia vita che costantemente produce il peccato?

Nel precedente capitolo abbiamo parlato della necessità di avere comunione con Dio, per poter essere riempiti della Sua vita. Qui ci concentreremo a focalizzare il meraviglioso piano di Dio, per liberarci dal peccato.

Per comprendere interamente questo piano, dobbiamo comprendere pienamente cos’è la corruzione della natura umana. Quando Adamo e Eva mangiarono del frutto dell’albero della coscienza del bene e del male, provocò un profondo cambiamento dentro di loro. L’essenza della loro vita fu alterata. Diventarono peccatori. La vita umana in loro, che prima era pura e senza macchia, divento` inquinata dal peccato. Il frutto della vita decaduta è il peccato. É il prodotto spontaneo della vita decaduta che è in loro.

Ancora gli uomini peccano, non perché ogni tanto fanno qualcosa di sbagliato, ma perché è la loro propria natura che fa questo. Quello che esce da loro è semplicemente un’espressione di quello che è dentro di loro. Anche se la piena espressione di questa condizione peccaminosa è in qualche modo controllata dai governi, dalle reciproche pressioni e la coscienza umana, in diversi momenti storici il principio peccante è stato senza alcun freno. Può darsi che la storia di Sodoma e Gomorra e l’esempio più recente dell’ “Olocausto” nazzista, illustrammo adeguatamente questo punto.

Molti potrebbero obbiettare che l’uomo non è interamente peccante. Qualche volta l’uomo naturale è capace di nobili sentimenti o fare qualche lodabile azione. É certamente vero che l’uomo Può ed esprime buone qualità, ma prima o poi peccherà. Magari Può essere in qualche modo di nascosto, in segreto e forse solo nel pensiero, ma tutti gli uomini peccano e mancano della gloria di Dio (Rom. 3:23). Se solo potessimo vedere profondamente dentro il cuore di ciascun uomo come fa Dio, indubbiamente troveremmo in ogni “buon” pensiero o gesto un elemento di autosoddisfazione, di orgoglio o di una motivazione egoistica. Questo tratto dell’ “ego” squalifica la persona dall’essere veramente giusto come Dio. La verità è che l’uomo è irrimediabilmente peccatore.

Probabilmente un modo migliore per illustrare questo problema è di immaginarci vari succhi di frutta. Buoni e salutari. Ma immaginiamoci che improvvisamente arriva qualcuno e versa poche gocce di veleno nei succhi. Tutto il contenitore ne è presto contaminato. Diventa inbevibile. Non esiste un modo sicuro per dividere il veleno dal succo. Non c’è altra scelta se non di buttare via tutto. Non solo, secondo il tipo, anche il contenitore.

Quando Dio creò l’uomo, gli diede delle disposizioni al riguardo dell’albero della coscienza e un perentorio avviso. Disse: “nel giorno che ne mangerai, per certo morrai” (Gen. 2:17). Dio disse questa cosa per una buona ragione. Mangiare del frutto di quest’albero avrebbe cambiato la loro natura; le loro vite inquinate. L’unica soluzione al problema peccato è sradicare il peccatore. Per essere certi che non peccasse più, doveva morire.Per l’universo che Dio aveva creato, non c’è un’altra possibilità. La soluzione per il peccato è la morte. Il pronunciamento che Egli fece già all’inizio è valido ancora oggi. La Bibbia dice: “colui che muore è libero dal peccato” (Rom. 6:7). Questo è indubbiamente la sola soluzione per togliere il peccato dall’umanità. La razza stessa deve essere eliminata. Non possiamo divide e il veleno che contamina dal succo di frutta. Tutto va buttato via., Paolo l’ Apostolo, conferma questa verità dichiarando : “avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessi la fiducia in noi stessi, ma in Dio che risuscita dai morti” (2 Cor. 1:9).

IL PIANO DIVINO

Nel capitolo precedente, abbiamo visto che Dio ha creato l’uomo avendo in mente un piano meraviglioso per lui. Il Suo desiderio era di fare una creatura a sua immagine e somiglianza, che doveva ricevere la Sua vita, per diventare la Sua sposa. Con la caduta dell’umanità sembra che questo desiderio di Dio fosse rimasto frustrato. Quello che all’inizio era puro e buono era stato contaminato dal male., Comunque sia, il nostro Dio è estremamente saggio. Prima della fondazione del mondo, intravide tutto ciò che sarebbe successo. Con la Sua preconoscenza, pianificò e preparò una via per portare a compimento tutto ciò che ha nel cuore.

La prima parte del Suo piano, che ci è stato possibile capire e ` che Dio ha provveduto all’uomo una vita sostitutiva. La Vita di Dio (Ef. 4:18) è la vera risposta, che noi possiamo ricevere attraverso Gesù Cristo. É solo questo tipo di Vita che aggrada a Dio ed è questa Vita che difatti non pecca e che quindi è gradita a Dio. Questa è la Vita ZOE, di cui abbiamo parlato nel secondo capitolo.

La seconda parte del piano, che qui prenderemo in esame, É come la vecchia vita dell’anima, con la sua vecchia natura possono essere eliminate. (Cerchiamo qui di essere molto chiari che non stiamo parlando di perdere la nostra vita fisica, ma della vita dell’anima o PSUCHÊ.) Non c’è abbastanza “spazio” in ogni essere umano. Non possiamo essere riempiti, fino a traboccare, con due “vite” allo stesso tempo. Per poter essere ripieni della vita di Dio (ZOE), dobbiamo essere liberati dalla nostra vita (PSUCHÊ). Come qui abbiamo capito, l’unica soluzione al problema è la morte. Dobbiamo sicuramente morire.

Qui c’è un aspetto del Vangelo che solo pochi cristiani hanno capito. Molta gente riceve Gesù con grande aspettative per la loro vita. A volte credono che si sentiranno meglio, troveranno le soluzioni a tutti i loro problemi o che diventeranno ricchi e prosperi. Ma la verità di Dio si affatica su di loro. Gesù dichiarò chiaramente “Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Matt. 16:24). Per ricevere il dono della Vita di Dio e seguirLo, significa che devi morire. Tu, si tu-peccatore-tu devi essere eliminato dall’universo. Questa è l’unica soluzione per te. É una parte integrante del piano di Dio. Anche se, Può darsi preferiamo focalizzarci sull’aspetto dell’amore di Dio, la nostra morte è anch’essa parte dell’Evangelo e per veramente capire l’evangelo, dobbiamo comprendere bene l’aspetto della morte, molto chiaramente.

Sei stato veramente convinto di peccato? Capisci fino in fondo nella luce di Dio, quanto sei malvagio interiormente? Ti sei veramente pentito, non solo per ciò che hai fatto, ma per ciò che sei? Quando hai accettato Gesù hai compreso che dovevi anche sapere che era la fine della tua vita? Se non puoi onestamente rispondere si a queste due domande, allora vuol dire che non sei appostonella tua relazione con Gesù Cristo. Non hai veramente capito l’evangelo e rischi di perdere molto, se non tutto quello che Dio ha in mente per te.

Prendiamo un po di tempo per parlare del battesimo. Chiaramente il battesimo è una parte integrante del messaggio predicato da Gesù. Leggiamo: “Colui che crede ed è battezzato sarà salvato” (Mr 16:16). Paolo e gli apostoli praticavano il battesimo. Ma cosa significa battesimo? Significa che siamo pronti a morire. Essere immersi sotto l’acqua non è farsi un bagno. Simbolizza annegare, morire. Siamo battezzati nella morte di Gesù (Rom 6:3). Il nostro battesimo significa che stiamo confessando di essere degni di morire e che effettivamente siamo pronti e desiderosi di sperimentare la morte che Cristo ha sofferto per noi. Vuol dire che abbiamo compreso il nostro peccato e il giudizio di Dio sopra di esso. Il nostro battesimo è l’atto notarile della fine di ciò che eravamo, che siamo o che saremmo voluti essere.

Siamo d’accordo con la sentenza di morte di Dio e siamo pronti ad applicarla su di noi per Lui. Se sei stato battezzato senza la chiara comprensione e convinzione di questo, allora effettivamente non hai ricevuto il messaggio di Gesù Cristo.

MORTE E RISURREZIONE

Gesù disse: “Colui che crede in me, anche se muore, vivrà” (Giov.11:26). Qui c’è un grande e importante mistero. In GesùCristo possiamo esperimentare contemporaneamente la morte e di fatto vivere. L’inalterabile giudizio di Dio che dobbiamo morire è sentenziato su di noi senza che però siamo completamente eliminati. Il nostro Padre, nella Sua grande saggezza, ha fatto una via per noi, per passare la morte, senza essere distrutti. In Cristo, cosa noi siamo come esseri umani naturali, Può essere crocifisso ed essere rimpiazzato con tutto quello che Lui è. Possiamo passare dalla morte alla vita (1 Giov. 3:14).

Coloro che sono in Cristo Gesù non passano oltre la morte. Ci passano attraverso. Il bisogno di Dio di eliminare i peccatori non è cambiato, ne cambierà. Se permettesse ai peccatori di entrare nel Suo eterno regno, inquinerebbero questo nuovo mondo, nello stesso modo in cui hanno inquinato il vecchio. Nessuna grande quantità di restrizioni o di riqualificazioni permetteranno alla vecchia natura di riscattarsi per entrare nel Regno di Dio. Deve e sarà eliminata. Gloria a Dio che ha creato una via per noi. In Lui, possiamo esperimentare la morte e la risurrezione. Così come Noè nell’arca passo` attraverso il giudizio di Dio, ma non fu ucciso, così in Cristo, possiamo passare attraverso la morte alla vita.

La Croce di Cristo è nel cuore del messaggio evangelico. Questo strumento di tortura e di morte romano è nel centro del cristianesimo. Ma cosa significa? Non è soltanto un simbolo cristiano o un ornamento d”oro da indossare. Ci parla della terminazione della vita. Significa la tua fine. Significa che sei finito. Le tue speranze, i tuoi sogni, le tue opinioni, desideri, piaceri, progetti e il futuro, non esistono più. Perché infatti tu, te stesso sei stato giudicato e crocifisso. Non c’è più posto per “l’io” nell’universo di Dio. Al tuo posto c’è la Vita di un Altro. Qualcuno più grande e degno di te è pronto e desideroso di riempire la tua persona con tutto ciò che Egli è. Non sarai più tu ad essere ascoltato o visto. Non sarà più fatta la tua volontà. Non sarà più ciò che tu desideri a predominare. Invece, il Dio dell’universo userà la tua mente, le tue emozioni, la tua volontà e fin anche il tuo corpo, per fare la Sua volontà sulla terra.

Quando Gesù morì sulla croce del Calvario, in qualche modo spirituale, che è difficile da capire, noi siamo morti con Lui (Rom. 6:4-6). Quando fu risorto dalla morte, anche noi siamo stati con Lui risorti. La croce di Cristo è un luogo di morte e di risurrezione. É qui che avviene un importante scambio. Alla croce scambiamo tutto ciò che noi siamo per tutto ciò che Egli è. La nostra vita dell’anima, con la sua natura peccaminosa muore e la Sua vita, con la Sua santa natura vive al suo posto. Noi diminuiamo e Lui cresce (Giov. 3:30). La nostra morte con Lui è una meravigliosa liberazione da ciò che siamo e crea spazio per essere riempiti di Lui.

Se ti senti pronto e hai desiderio di questo, è una grande liberazione e benedizione. Se non hai ancore accettato nella tua mente che questo è ciò di cui hai bisogno e che desideri, con tutto te stesso, allora avrai grosse difficoltà ad esperimentare qualsiasi progresso spirituale. Senza l’esperienza della croce, non c’è nessun vero cristianesimo. Senza l’agire della morte di Cristo in noi, non ci sarà nessun vero cammino con il risorto Signore. Solo attraverso la croce di Cristo possiamo essere liberi da ciò che siamo ed essere ripieni per ciò che Lui è.È la croce che ci porta a Dio e Dio in noi, in modo potente e sovrannaturale. Senza la morte, non vi Può essere nessuna risurrezione ( vedi Fil. 3:10-11).

Per poter camminare in “novità di vita” (ZOE) (Rom. 6:4) dobbiamo prima passare per la morte. Questo non succede tutto in una volta. È un processo graduale. Se desideriamo camminare con Gesù, sperimenteremo la morte tutti i giorni. Così scrisse Paolo: “Muoio ogni giorno” (1 Cor. 15:31). Come la Vita di Dio cresce in noi, l’esperienza della croce diventa sempre più profonda. “Noi portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti” (2 Cor. 4:10). Il passaggio della esperienza della croce di Gesù Cristo-l’esecuzione della sentenza di Dio-è reso reale a noi attraverso lo Spirito Santo. Non è qualcosa che possiamo fare da noi. Nessun tipo di sforzo potrà cambiare l’intima natura della nostra vita dell’anima. Fin anche sforzarci drasticamente “rinnegando noi stessi” non ci porterà alla soluzione. Ma come impariamo semplicemente, giorno dopo giorno a camminare per lo Spirito, tutto ciò che è in Cristo diventa reale per noi. La morte di Gesù sulla croce diventa la nostra esperienza quotidiana, mentre siamo continuamente riempiti dello Spirito Santo. É lo Spirito di Dio che applica la morte di Gesù alla nostra vita naturale e alla sua natura. É scritto nella Sua Parola: “…ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi avrete Vita (avere ZOE vita in greco)” (Rom. 8:13).

Questa verità ci aiuta a comprendere la grande necessità di essere ripieni di Dio tutti i giorni. La nostra naturale abilità e forza non hanno nessuna efficacia se rimangono sotto il controllo della vecchia vita PSUCHÊ. D’altro canto se non camminiamo giornalmente nello Spirito Santo e nella luce di Dio, non saremo mai liberi per ciò siamo come uomini naturali. Non avremo mai una vita vittoriosa sopra il peccato. Soltanto attraverso l’azione dello Spirito Santo, che rende reale a noi la morte di Cristo, rende altresì reale a noi la Sua risurrezione.

Qui sta il segreto del vero cristianesimo: l’esperienza della morte e risurrezione di Gesù. Questo segreto fu dimostrato dai tre uomini saggi che vennero a conoscere il Signore, nella Sua incarnazione. Questi tre saggi portarono tre doni: oro, incenso e mirra. La mirra è un unguento usato in quell’epoca per imbalsamare i corpi dei defunti. Quindi questo dono dci parla della morte di Cristo. L’incenso che fatto bruciare, libera un fumo dolce che pervade l’ambiente salendo in alto, ci parla della risurrezione e ascensione di Cristo. Infine l’oro è l’unico metallo che non si ossida ne arrugginisce, rappresenta per noi la natura incorruttibile di Dio. Mettendo insieme queste cose ci danno una immagine meravigliosa. La esperienza della morte e risurrezione di Gesù ci fa possedere la natura Divina, l’oro puro di tutto quello che Lui è.

L’ OLTRAGGIO DELLA CROCE

Se stai leggendo questo messaggio, e non ti senti minimamente toccato, Può darsi che tu non abbia capito cosa è stato detto. La predicazione della croce è sicuramente un oltraggio. É il punto in cui molti si scandalizzano. Quando Gesù spiego` alla moltitudine dei suoi discepoli che sarebbe stato crocifisso, molti lo abbandonarono. Si sentirono scandalizzati da questa idea della morte. Gesù ci dice pienamente che Lui è “un sasso d’inciampo e una pietra di scandalo” (Rom. 9:33). L’effettiva idea che noi non saremo mai accettabili da parte di Dio è un boccone amaro da tirare giù. Il nostro ammettere che siamo peccatori e abbiamo bisogno di essere sostituiti da un Altro è molto umiliante nel senso più profondo. Perciò solo coloro che si umiliano, potranno entrare nel Regno di Dio. Aveva ragione Gesù di dire che : “beato colui che non si sarà scandalizzato di me!” (Mat. 11:6).

La croce di Cristo spesso causa uno scandalo. Sottomettere alla morte aree della nostra vita che amiamo e apprezziamo, potrebbe portandolo all’estremo, risultare molto difficile. Quel che siamo per natura, che in superficie potrebbe sembrare tanto buono, è in realtà un ostacolo alle cose migliori di Dio. Comunque nell’impeto delle nostre situazioni, questa verità potrebbe essere difficile da vedere. Mentre possono ci rendiamo conto di problemi evidenti nella nostra vita e che saremmo più che lieti di sbarazzarcene, non è assolutamente incomune che Dio desideri eliminare alcune cose a cui noi siamo molto attaccati. Prepariamoci a questo. La nostra fede deve riposare in Dio, credendo che Egli è capace di far risorgere dalla morte qualcosa di molto meglio per noi, al posto delle cose che gli cediamo.

Sfortunatamente molta gente non va così lontano con Gesù. Anche se continuano ad essere dei “buoni membri della chiesa” e conducono una vita morale impeccabile, dentro di se resistono allo Spirito Santo. Sono arrivati ad un certo punto che rifiutano di arrendersi a Dio e così restano. Difatti alcuni smettono di seguire il Signore. Questi credenti non sanno che si trovano in una posizione molto pericolosa. L’indurimento del cuore di un uomo verso Dio è un processo avvolte lento, quasi impercettibile. Ma alla fine porta alla distruzione. Niente della vecchia vita Può sussistere davanti a Dio. La nostra vecchia natura adamica non Può ereditare l’ eternità.

L’opera di Gesù Cristo fece sulla croce è perfettamente compiuta. È più che sufficiente per poterci cambiare a Sua immagine da un livello di gloria ad un altro (2 Cor. 3:18). Nessuna parte della nostra vita Può considerarsi “troppo difficile”. Dio ha aperto a noi una via per essere completamente rinnovati. Comunque questo implica una nostra collaborazione. Dio non ci forza mai. Dobbiamo noi volere rinunciare a noi stessi, prendere la nostra croce e seguirLo. Senza dubbio la nostra vecchia vita cercherà di impedire questa crocifissione. Molte volte, sicuramente, tutto dentro di noi griderà, che non ne possiamo più, che è troppo duro, che tutto ha un limite e che questa vita non Può essere il` “vero cristianesimo”. L’amore per “se stessi” è il nemico della croce, quindi il nemico di Cristo. L’unico modo per riconoscerlo per ciò che è e condannarlo, è farlo, con la stessa condanna che Dio ha usato, così cammineremo in novità di vita e nella potenza della risurrezione.

Quando Gesù spiegava ai suoi discepoli che doveva morire, Pietro, uno tra i Suoi più ardenti seguitori ebbe a dire: “Signore questo non ti succederà mai!” (Mat. 16:23). In altre parole diceva: “Non essere così duro con Te Stesso. Sicuramente puoi trovare una soluzione meno drastica!” Spesso questa è la nostra affermazione, pensiamo che l’esperienza della croce sia troppo dura, troppo difficile. Che sicuramente, per amore, Dio deve avere una via più facile per noi. Ma come rispose Gesù alla commiserata dichiarazione di Pietro? Egli disse: “Vattene via da me Satana...tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini” (Mat. 16:23). La soluzione di Dio per il peccato è la morte. Gesù morì al nostro posto, così che attraverso di Lui noi potessimo passare dalla morte alla vita.

Alcuni cristiani pensano che Gesù fu il “secondo Adamo”, sottintendendo che Egli venne per ricominciare e compiere un opera migliore di quella fallimentare di Adamo. Ma non è questo il caso. Gesù Cristo era “l’ultimo Adamo” (1 Cor. 15: 45). Agli occhi di Dio, quando Gesù venne sulla terra la razza di Adamo fu conclusa. La decadente, peccaminosa vita umana era finita. Il giudizio dell‘Onnipotente veniva ad essere eseguito. Quando noi entriamo in Gesù, entriamo a far parte di una nuova razza umana. Diventiamo delle nuove creature (2 Cor. 5:17). Adesso apparteniamo ad una razza Divina. Siamo diventati “figli di Dio” (Gal. 4:6). La vecchia razza di “Adamo” è superata e sostituita da una nuova generazione di esseri. Anche se quest’opera è compiuta in segreto, un giorno quando i figli di Dio saranno manifestati (Rom. 8:19), tutto ciò che è stato compiuto per mezzo di Cristo sarà evidente.

UN MALINTESO COMUNE

Vorrei adesso spendere un po di tempo per parlare di un fraintendimento piuttosto comune. Qualche volta nel Nuovo Testamento alcune verità che riguardano la croce e il diventare nuove creature sono enunciate come sé già fossero state interamente compiute in noi. In Galati 2:20 leggiamo, “Sono stato crocifisso con Cristo”, che sembra indicare un opera già compiuta. In Colossesi 3:3 è dichiarato, “poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.” Certamente è una verità che è stato dichiarata e cioè che quando Cristo morì la Sua opera era compiuta. Egli disse “È compiuto” (Giov. 19:30). Detto questo comunque, potrebbe creare un po di confusione nella mente dei credenti. Molti potrebbero non percepire che bisogna che realizzino in se questa crocifissione. Non comprendono che queste realtà bibliche non avrebbero nessun valore per se stessi, se non ne entrano a far parte, attraverso l’aiuto dello Spirito Santo. Alcune persone possono fraintendere pensando che basta semplicemente “credere” che già sono stati completamente cambiati, per esserlo. Altri, immaginano che essendo stati perdonati, adesso è tutto a posto, non realizzando che questo è solo l’inizio e che Dio ha ancora del lavoro importante da fare dentro di loro.

La verità è che se non entriamo nell’esperienza di queste cose, non ne avremo nessun profitto. GesùCristo morì per tutti i peccati di questo mondo, ma solo coloro che attraverso la fede entrano in Lui ne, ottengono i benefici. Nello stesso modo se siamo morti con Cristo e siamo stati risorti con Lui non ci darà nessun beneficio, se non entriamo in questa realtà attraverso la fede e l’obbedienza. Non è abbastanza, dal punto di vista spirituale, dichiarare semplicemente “la nostra posizione in Cristo”. Quella “posizione” deve diventare nostra attraverso una nostra esperienza personale.Se noi non entriamo nella buona terra che Dio ci ha dato per prenderne possesso, se anche è già nostra in teoria, non la otterremo. Dobbiamo per fede nella potenza della risurrezione di GesùCristo, sottometterci quotidianamente alla Sua morte, così che Egli possa rialzarci per camminare in novità di vita.

PERCHÉ SOFFRIAMO?

È evidente da un’attenta lettura del Nuovo Testamento, che la sofferenza è una ampia realtà dell’esperienza cristiana. Anche se a qualcuno piacerebbe eliminare cercare di eliminare la sofferenza dal Vangelo, è chiaramente scritto in ogni libro del Nuovo Testamento. Dato che Cristo già soffrì e morì per noi, perché e ` necessario che soffriamo? Ancora una volta questo ha a che fare con la necessità di far parte della esperienza di Cristo. La Bibbia dice: “colui che ha sofferto nella carne, ha cessato di peccare” (1 Pt. 4:1). Pietro ci insegna che noi siamo “partecipi alle sofferenze di Cristo” (1 Pt 4:13). Paolo dichiara che noi “siamo partecipi alle sofferenze” (2 Cor. 1:7) e che partecipava alla “comunione delle Sue sofferenze” (Fil. 3:10). Questi e molti altri versetti ci fanno vedere chiaramente che i seguaci di Gesù Cristo passeranno per la sofferenza, non soltanto per l’ opera del diavolo, ma anche per mano di Dio. Perché è necessario e come funziona?

Una importante ragione per cui Dio permette di farci soffrire è per cambiare la nostre vite. Tutti nel mondo soffrono per una ragione o un’altra. Ma non sono per questo cambiati ad immagine di Cristo. Ma la sofferenza che Dio permette, serve per un preciso scopo per coloro che devono entrare nella Vita. Le difficoltà e le sofferenze attraverso cui passiamo in questa vita, lavorano 9in noi per evidenziare il peccato. Quando noi soffriamo, la nostra reazione è spesso peccaminosa. Ci lamentiamo, diventiamo impazienti, perdiamo le staffe, diventiamo individui piagnucolosi ed egocentrici. Diventiamo arrabbiati, aspri, senza amore e odiosi. Le nostre forti difficoltà portano fuori ogni tipo di empietà. Improvvisamente la nostra giustizia, la nostra bontà, non funzionano più.

Per esempio, quando alcuni sono la causa di una sofferenza emotiva o fisica per molti anni, prima o poi la tua forza per resistere si esaurisce. Il tuo cuore cambia verso di loro. Li vorresti vedere morti. Sei diventato un omicida! No aspetta, non sei diventato un assassino, sei sempre stato, era solo nascosto a te stesso e agli altri. Queso e molte altre reazioni simili vengono smascherate dentro di noi, attraverso la sofferenza.

Finché e fino a quando non avremmo realmente sofferto, non vedremo veramente chi siamo dentro di noi. Dio comunque sa cosa c’è nel nostro cuore. Perciò permette che soffriamo affinché conosciamo di noi quello che non sappiamo, ma che Dio già conosce. La sofferenza è lo scavatore di Dio. Usandolo, Egli scava nel nostro cuore per rivelarci le profondità del male che lì risiedono. Spesso siamo tentati a pensare che non siamo quel tipo di persona, è soltanto la sofferenza per quella particolare situazione che ci hanno portato a reagire in quel modo. Caro amico, lascia che ti dica un segreto. Niente Può uscire dal tuo cuore se non perché è sempre stato lì. È per “l’abbondanza del cuore che la bocca parla” (Lu. 6:45).

Pecchiamo, perché il peccato abita nel nostro cuore. É la nostra propria natura il peccare. In ogni essere umano abitano segretamente nascosti i desideri e le reazioni più repulsivi. Hanno bisogno soltanto della giusta opportunità per uscire fuori. Omicidio, lussuria, odio, impure passioni, pettegolezzo, bugie, egoismo, orgoglio, gelosia e molte altre detestabili cose vivono in ogni uomo naturale. Se non sai questo di te stesso, allora vuol dire che non hai ancora sofferto abbastanza e non hai ancora ricevuto l’opportunità di pentirti davanti a Dio per quello che sei.

Quindi la sofferenza ci dà l’opportunità per morire. Quando il peccato è smascherato dentro di noi, abbiamo la meravigliosa opportunità di rinunciare a noi stessi. Possiamo negare a noi stessi il diritto di esprimere la propria reazione naturale di fronte a certe situazioni. Possiamo, attraverso lo Spirito Santo, morire a noi stessi e vivere per Dio.Questo é un modo in cui la sofferenza Può operare a nostro vantaggio per il nostro bene. Quando soffriamo e troviamo in noi inique reazioni, possiamo gridare a Dio che Egli possa sostituire ciò che Lui è con ciò che noi vediamo di noi stessi. Possiamo ferventemente pregare che non ci sia permesso di vivere così vilmente, ma che sia Lui a vivere in e attraverso di noi. Noi cresciamo spiritualmente, non a causa della sofferenza, ma perché ci rivolgiamo a Dio in mezzo alla sofferenza. Attraverso l’opera dello Spirito Santo, la morte di Cristo è estesa sulla nostra vecchia vita (PSUCHÊ) e una nuova eterna Vita (ZOE) vivrà al posto suo. Gesù già passo` per la morte per noi. Quando noi entriamo in Lui, noi entriamo nella Sua presenza, per mezzo dello Spirito nelle nostre sofferenze, lì troviamo la Sua gloriosa risurrezione.

A volte c’è una grande tentazione, quando soffriamo, ed e di tentare di cercare una nostra via d’uscita per essere liberati dalla “situazione”, causa del nostro dolore. Troveremo sempre una persona vicina, di buona volontà, pronta ad aiutarci in questo, come, ci ricordiamo, fu Pietro con il Signore. Quanto Può essere facile scendere dalla croce e smettere di far soffrire e morire la nostra vita naturale. Quanto è semplice “divorziare” o allontanarci da una situazione scomoda. Semmai dovessimo percorrere questa via, non entreremo mai nella pienezza di Cristo e la Sua gloriosa risurrezione. La decisione spetta a noi, ogni giorno.

Non biasimiamo la nostra situazione, per come reagiamo ad essa. Quando Gesù fu provato, non si trovo` in Lui niente d’impuro. Gli ebrei, prima di sacrificare un agnello, era necessario che i sacerdoti esaminassero se aveva qualche difetto. Così, prima che Gesù venisse sacrificato per noi, fu necessario che fosse esaminato, per vedere se avesse qualche imperfezione. Ponzio Pilato lo esaminò. Così anche Erode. I soldati romani usarono ogni tipo di opportunità per provare e testare il Figlio di Dio. Fu deriso, picchiato, denudato, torturato e poi ucciso. In tutto questo tempo non disse nessuna mala parola. Nessuna espressione maligna. Nessun espressione di odio o di vendetta sul suo volto. Lui è veramente santo. Non c’è nessun peccato nascosto in Lui, quindi niente di male poteva uscire da Lui. Egli supero` la prova. Pilato dichiarò, “Non ho trovato nessuna colpa in quest’uomo” (Lu. 23:4). Sono sicuro che non abbia detto questo a chissà quanti altri uomini, passati sotto le sue mani. Il comandante dei soldati che, indubbiamente aveva visto molti altri uomini prima di Lui, spezzarsi sotto questo tipo di tortura, ebbe a dichiarare: “Veramente, questo è il Figlio di Dio” (Mat. 27:54). Qui c’era un uomo perfettamente senza peccato.

Cari amici, questo è il Gesù che vive in ogni credente. La Sua vita è in noi e Lui desidera grandemente che possa rivelarsi attraverso di noi, in ogni aspetto della nostra vita. C’è un solo ostacolo: noi. Siamo pronti e desiderosi di morire a noi stessi, per essere ripieni di Lui? Desideriamo liberarci di cosa noi siamo per ricevere Lui? Non farà mai niente senza il nostro totale e completo permesso. Dobbiamo essere pronti a morire, prendere la nostra croce e seguirlo. Facciamo in modo di dare il nostro consenso sulla sentenza di morte di Dio sopra la razza decaduta. Facciamo in modo di lasciare eseguire, attraverso di Gesù, il promulgamento del Suo giudizio sopra d’essa. Solo allora saremo nella posizione per poter effettivamente esprimere tutto ciò che Lui è. Solo quando avremo provato e vissuto la morte di Cristo e la Sua risurrezione che fluisce attraverso di noi, potremo ripetere con Paolo, “Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me” ( Gal. 2:20). Questa non deve restare una dottrina, ma deve essere una realtà di vita.

Fine del Capitolo 5

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Capitolo 1: L’AMORE DI DIO

Capitolo 2: L’OFFERTA DELLA VITA

Capitolo 3: I DUE ALBERI

Capitolo 4: LE DUE NATURE

Capitolo 5: LA SENTENZA DI MORTE (Capitolo Attuale)

Capitolo 6: LA SALVEZZA DELL’ANIMA

Capitolo 7: IL TRIBUNALE DI CRISTO

Capitolo 8: MONTAGNE E VALLI

Capitolo 9: IL SANGUE DEL PATTO

Capitolo 10: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (1)

Capitolo 11: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (2)

Capitolo 12: PER GRAZIA TRAMITE LA FEDE

Capitolo 13: L’IMMAGINE DELL’INVISIBILE

Capitolo 14: LA SPERANZA DELLA GLORIA

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