A Grain Of Wheat Ministries

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Di Gloria In Gloria

I DUE ALBERI

Capitolo Tre

Di Gloria In Gloria, libro per David W. Dyer

Pubblicazione di Ministeri "A Grain Of Wheat"

Scritto per David W. Dyer

INDICE

Capitolo 1: L’AMORE DI DIO

Capitolo 2: L’OFFERTA DELLA VITA

Capitolo 3: I DUE ALBERI (Capitolo Attuale)

Capitolo 4: LE DUE NATURE

Capitolo 5: LA SENTENZA DI MORTE

Capitolo 6: LA SALVEZZA DELL’ANIMA

Capitolo 7: IL TRIBUNALE DI CRISTO

Capitolo 8: MONTAGNE E VALLI

Capitolo 9: IL SANGUE DEL PATTO

Capitolo 10: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (1)

Capitolo 11: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (2)

Capitolo 12: PER GRAZIA TRAMITE LA FEDE

Capitolo 13: L’IMMAGINE DELL’INVISIBILE

Capitolo 14: LA SPERANZA DELLA GLORIA



Capitolo 3: I DUE ALBERI


Per le ragioni che abbiamo discusso nei precedenti capitoli di questo libro, desidera condividere la Sua propria Vita con l’uomo fin dal principio. Questo è evidenziato dall’albero piantato nel mezzo del Giardino dell’Eden. Ma lì vi cresceva anche un altro albero, un albero molto sinistro---“L’albero della coscienza del bene e del male” (Gen. 2:9).Abbiamo visto che il primo albero era un simbolo della Vita di Dio, ma che possiamo dire dell’altro? Che cosa rappresenta? Perché Dio ha permesso che un albero con caratteristiche così devastanti, potesse crescere lì liberamente disponibile ai primi umani? Certamente Lì avviso` in merito, con parole solenni, affinché non ci fosse nessun fraintendimento. È anche vero che Dio mise in chiaro che dipendeva da loro le scelte che potevano determinare la vita in futuro. Nella Sua infinita saggezza, permise fin dall’inizio, di possedere una libera volontà. Se fossero mai entrati nel meraviglioso piano per cui Li aveva fatti,, sarebbe accaduto solo se lo avessero voluto, non forzandoli.

Così fin dall’inizio Adamo ed Eva gli fu messa davanti una scelta. Si trovarono di fronte a due possibili opportunità di scelta. Da una parte il frutto di un albero che potevano mangiare liberamente e dall’altra parte un frutto di un albero che Dio comando` che non fosse toccato. Mentre è chiaro che erano liberi anche di non scegliere nessuno dei due, essendo che erano lì alla loro completa disponibilità. La loro posizione “nel mezzo del Giardino”, faceva sì che fossero al centro dell’attenzione. Perciò la decisione di mangiarne o no, era costantemente nei loro pensieri. É molto interessante osservare che questa stessa situazione si ripropone a noi anche oggi giorno. I cristiani e non cristiani sono ogni giorno messi di fronte a queste due opzioni e a tutte le sue implicazioni. Anche se è vero che non abbiamo davanti i due alberi, nel senso fisico, quello che rappresentano sono abbondantemente proposti davanti a noi. Ecco perché mi sembra importante parlar ne insieme.

Come la prima coppia, anche noi siamo confrontati giornalmente con questa scelta, credo che sia assolutamente importante parlarne insieme a voi. Anche se Adamo e Eva erano innocenti e non potevano comprendere tutte le conseguenze delle loro eventuali decisioni, noi invece no. Basta il loro esempio che insieme con tutta la Rivelazione di Dio che da allora in poi ha insistentemente parlato e spiegato le Sue vie e quindi dandoci possibilità di capire quale è il prodotto di questi due alberi. Sfortunatamente, molti figli di Dio non conoscono queste cose. Spesso non sono nemmeno sufficientemente messi sull’avviso di queste realtà spirituali e possono essere facili prede del nemico, così come accadde per Eva (2 Cor. 11:3). Effettivamente la Scrittura dichiara: “Se il popolo non ha rivelazione è senza freno” (Pr. 29:18). Ho timore che il modo con cui Dio ha a che fare con noi è cosparso da credenti, colpiti e crudelmente feriti, che inciampano in un fossato di tenebre. In qualche modo non hanno visto come rimanere sulla via stretta attraverso la luce di Dio e sono rimasti prigionieri del nemico.

Abbiamo già parlato a proposito dell’albero della Vita e cosa rappresenta, ma per alcuni credenti, le conseguenze potrebbero non essere immediatamente chiare. Come abbiamo visto è possibile ricevere la Vita di un Altro. Questo “Altro” é incredibilmente superiore a noi stessi in tutte le maniere, cosa questo implica? Come potrà effettivamente influenzarci? Tanto per incominciare, mi sembra logico dire che quest’altra Vita, essendo molto più grande della nostra, tenderà a predominarci. Infatti lo vuole fare. Questo è veramente ciò che Dio desidera. Dopo che la Sua Vita è in noi, intende diventare il capo (“Signore” è il termine usato nella Scrittura). La Sua volontà è che sottomettiamo sempre più ogni aspetto della nostra vita alla Sua autorità. Leggiamo nelle scritture che abbia la preminenza in ogni cosa (Col. 1:18). Scopriamo che l”indipendenza e “fare le nostre cose” non sono più accettabili. Avendo aperto il nostro cuore a Lui, ci siamo ritrovati in una nuova realtà: non siamo più soli.

Sfortunatamente molta gente sono “portati a Cristo” senza se un pur basica coscienza. Vengono informati che c’è un Salvatore, ma non che c’è un Signore che deve avere dominio su di noi. Sono incoraggiati a ricevere i benefici che Dio dà senza dare i giusti avvertimenti di cosa comporta. Troppo spesso uomini e donne sono pressati di “venire a Gesù” senza nemmeno un accenno sul radicale cambiamento del comando delle proprie vite. Comunque, come vedremo nel proseguo di questo libro, questo cambiamento, non solo é disponibile ma essenziale. Questa Vita a cui siamo stati chiamati non è una storia della scuola domenicale. Siamo stati coinvolti con il Dio dell’universo e per conseguenza le implicazioni di questo fatto sono veramente grandi.

Se quindi, la totale sottomissione alla nuova Vita è la premessa centrale dell’albero di Dio, quali possono essere le conseguenze dell’altro? Per ben comprenderne la risposta, dobbiamo dare un’occhiata ad un altro essere che fu creato prima della caduta dell’uomo. Lucifero, che fu probabilmente il più alto e santo tra gli angeli, è di lui che dobbiamo parlare. Tutto ciò che questo albero simbolizza e che porta alla morte è rintracciabile in quest’essere. Di conseguenza, per comprendere pienamente quest’albero e i suoi effetti disastrosi, dobbiamo ben sapere come è diventato il diavolo e come egli é adesso.

Nel libro di Isaia scopriamo che quest’angelo decaduto è indicato come il “figlio dell’aurora” (Is. 14:12). Tale enunciazione ci indica che probabilmente fu formato nel primo stadio del lavoro creativo di Dio. Potrebbe quindi essere presumibilmente il primo essere creato. Così in un altro passo biblico ci viene detto che egli era “perfetto” e pieno di bellezza (Ez. 28:12). Probabilmente che quest’angelo era il più potente e estremamente attraente creatura realizzata da Dio e secondo solo a Dio nell’esercizio del comando nell’universo. Noi saremmo indotti a pensare che già questa posizione è molto privilegiata, ma essere secondo per lui, era inaccettabilmente irritante. La sua posizione elevata, vicino alla presenza dell’Onnipotente lo metteva sotto un’unica condizione. Doveva essere sotto tutti gli aspetti, sottomesso a Dio.

IL PECCATO DI LUCIFERO

Un giorno Lucifero prese coscienza della sua bellezza. Indubbiamente anche gli altri angeli erano impressionati e lo ammiravano. Lucifero ben comprendeva che la sua potenza e la sua intelligenza li superava grandemente e nessuno di loro l’oltrepassava, tranne Dio. Il grande desiderio di magnificarsi ed autoesaltarsi, incominciò a crescere. Progressivamente, il fatto di essere completamente ubbidiente verso il Padre, di usare tutte le sue energie per servire solo Lui, incominciò ad innervosirlo. In realtà sentiva di non avere “spazio” per “auto esprimersi”. Tutti i suoi talenti e la sua grande creatività erano, secondo lui, sprecati in qualità di servitore. Come poteva mantenere la completa ammirazione degli altri angeli, lui che considerava un suo “meritato diritto”, essere totalmente venerato, dovendo rimanere legato ad una così terribile condizione, come quella di un servo?

Così come tutti ci possiamo immaginare, con questi pensieri che agitavano la sua mente, la creatura che oggi conosciamo come Satana, cadde nel peccato. Credo che sarebbe alquanto illuminante per noi sapere come questo sia successo. Lucifero non ha cominciato commettendo adulterio con la sua segretaria. Non ha inizialmente ucciso qualcuno o rapinato una vecchia signora per la via. No, nessuna di queste cose che sembrano così “cattive” sono all’origine della sua caduta. Invece il suo primo atto peccaminoso ha a che fare con quello che a molte persone pare del tutto naturale. Prese una decisione---la decisione di essere indipendente. Egli dice: “io salirò in cielo”… “io esalterò il mio trono”… “sarò simile all’Altissimo” (Is 14:13,14). Qui ruppe ogni indugio e iniziò ad affermare la propria volontà, ribellandosi all’Iddio Onnipotente. Questo fu il suo primo peccato. Lasciò la sua posizione di totale dipendenza alla sottomissione di Dio e iniziò ad esercitare la sua propria volontà alla ricerca del proprio piacere. Certamente l’orgoglio ha una parte rilevante in tutto questo. Appresso seguirono menzogne, adulterio spirituale, furto e assassinio. Infatti, tutto ciò che è contrario alla giustizia di Dio diventò suo, attraverso questo singolo atto---ribellione all’unica vera autorità.

Avendo questo in mente, adesso possiamo iniziare a esaminare il secondo albero---l’albero della coscienza del bene e del male. Eventualmente, quando Adamo e Eva furono creati, erano in qualche modo mancanti in qualcosa. Non possedevano l’abilità di discernere tra il bene e il male. Questo fatto li metteva nella posizione di dipendere da Dio. Come abbiamo precedentemente detto, sotto molti aspetti erano fatti come il loro Creatore, ma in questa specifica area, per assumere decisioni morali erano costretti ad affidarsi alla Sua guida e direzione. Ma, vi era, non tanto lontano un albero che poteva impartire coscienza. Vi era quindi un’ altra “fonte”, un’altra “via”, che operava nell’universo ed era disponibile.Anche se era stato proibito, aveva la sua rappresentazione nel Giardino dell’Eden. Attraverso il prendere di questo albero, il primo uomo poteva guadagnare qualcosa che non aveva---l’indipendenza. Un solo morso di questo frutto e non avrebbero più avuto bisogno di essere sottomessi, in una posizione di dipendenza. Potevano essere come Dio.

TRE SEMPLICI ESCHE

Questo è esattamente la tentazione che ingannò Eva e poi corruppe Adamo. Quando il serpente venne per adescarli nella sua rete, lo fece con grande scaltrezza. Non vi sono dubbi che sapesse che capiva perfettamente verso quali conseguenze sarebbero arrivati mangiando del frutto dell’albero sbagliato. Evidentemente era già esperto nell’indurre altri esseri a seguirlo nella sua ribellione. Nel parlare ad Eva, ricorse all’uso di tre elementi di debolezza, che ancora oggi sono presenti nella razza umana. In qualche modo le rivelò tre cose: numero uno, questo albero è delizioso (la concupiscenza della carne) ; numero due, è estremamente desiderabile da guardare (la concupiscenza degli occhi) ; e l’argomento decisivo---numero tre, basta un solo assaggio, e ti renderà saggio per renderti indipendente da Dio (superbia della vita) (1 Giov. 2:16). Basta solo un piccolo morso per porrere fine alla scomoda sottomissione ad un Altro e possedere il necessario per dirigere personalmente la sua vita.

Interessatamente, sono proprio queste tre azioni che usò per tentare il Signore nel deserto. Anche in quest’occasione, non furono usate nuove tattiche. Per prima cosa, dato che Gesù sentì fame, il diavolo, cercò di soddisfare il Suo bisogno, proponendogli di mutare pietre in pane. Non dimenticate che fu lo Spirito Santo a guidarlo qui nel deserto, e che quindi era Il Padre ad essere responsabile per il Suo benessere). Poi, focalizzo` la Sua attenzione, facendoGli vedere, tutti i regni del mondo e la loro gloria. Ricchezze, onore e potere mondano, sono liberamente a disposizione di tutti coloro che decisamente lo vogliono seguire. Oggi giorno molti nel mondo e persino nella Chiesa stanno scoprendo il potere dell’autodeterminazione. Se questa é la tua naturale inclinazione, aiuta anche l’inginocchiarsi per adorare il nemico di Dio. Ma comunque, confido che permetterà a qualsiasi cristiano che è interessato a questo a saltare questa formalità (al limite nell’apparenza). Ma infine, se usano solo che le proprie energie per auto proporsi e conseguentemente contribuire a realizzare il cupo ed egocentrico regno del diavolo, già questo è sufficiente.

Infine, Satana si appella all’ ego.. Disse qualcosa come: Se veramente tu sei grandemente qualcuno, come pretendi di essere, provamelo nel fare un grande spettacolo richiedendo un intervento angelico. Fai vedere a tutti chi veramente sei. Mostrati pienamente a tutti, così che possiamo ammirarti. Lascia questa storia di dipendere sempre da Dio, se veramente sei il Figlio di Dio (il ragazzo del RE?) devi avere una tua propria autorità. Fai qualcosa di veramente straordinario per affermare la Tua indipendenza e quindi affermare la Tua persona” (Lu. 4:9-12). Come dovremmo essere grati che Gesù ha avuto la forza di affrontare questa tentazione. Egli è effettivamente Colui che veramente è sottomesso al Padre. Ogni aspetto della Sua vita era sottoposta alla volontà del Padre. La vita che visse, le opere che fece e persino le parole che Egli pronunciò erano perfettamente in armonia con la volontà di Lassù (Giov. 14:10). È venuto su questa terra, non per fare la Sua propria volontà, ma la volontà di Chi Lo ha mandato (Giov. 6:38).

Sfortunatamente Adamo ed Eva non possedevano la stessa forza di carattere. La loro innocenza non era eguale alla santità di Cristo e il nemico ebbe facile vittoria. Quando fu loro prospettato la possibilità di diventare padroni di se stessi, non esitarono afferrarlo al volo. Non occorsero anni di lusinghe, da parte del serpente, per convincere Eva. Giusto un breve colloquio lasciando che rielaborasse ciò che Dio aveva chiaramente detto affinché violasse il comandamento, voltando le spalle a Dio. Già comprese dentro di se che poteva diventare “completa”, indipendente e auto sufficiente. Da lì a poco realizzò che altri “benefici” erano allegati. Dio per buone ragioni, li avviò i non prenderne parte.

Nel momento in cui Lucifero decise di auto affermarsi fu immerso dalle tenebre. Nel porsi contro Dio, la sua natura cambio` in tutto quello che l’ Altissimo non è. Lo stupendo carattere di Dio, la Sua verità, giustizia, pietà, amore, bellezza, maestà,ecc. Furono messi in opposizione in un essere che era in ribellione contro di Lui. Così il carattere di Satana divento` l’antitesi di tutto questo. Crudeltà, odio, violenza, menzogne, inganno, vanità e molto di più diventarono la caratteristica del suo regno. Quest’unica decisione di disubbidienza, cambio` per sempre la sua gloriosa e bella natura con cui venne creato in un essere pieno di tenebre e peccato.

Anche i nostri capostipiti, fecero la stessa esperienza. Il costo fu molto alto da pagare in conseguenza ad una sola decisione. Molti non realizzano quali siano le conseguenze di ciò che queste due persone hanno fatto. Alcuni, ammettano che c’è gente oggi giorno pecca ogni tanto, ma sentono che l’uomo è fondamentalmente buono. Invece il problema è molto più profondo. Alla base c’è, non tanto ciò che facciamo, ma ciò che noi siamo. Quando Adamo e Eva presero parte del frutto muto` radicalmente la loro natura. Non erano più degli innocenti. La predizione del diavolo si realizzo`. Non avevano più la necessità di dipendere da Dio per ricevere istruzioni morali. Erano diventati indipendenti---padroni di se stessi. Di conseguenza, essi stessi furono sommersi nelle tenebre e nella corruzione.

L’ALBERO DELLA COSCIENZA

Io credo che sia giustamente importante dedicare del tempo per analizzare questo albero da cui è venuto questo tremendo inganno. Come prima cosa notiamo che possiede sia il bene che il male. Molti immaginano che è solo l’albero del male e che l’altro, l’albero della vita, sia l’albero buono. Ma questo non è il caso. Noi vediamo che anche la coscienza del bene è una prerogativa stessa dell’albero che Dio comando` all’uomo di non mangiarne. Prenderne è peccato. Come possiamo capire una cosa del genere? Per incominciare dobbiamo capire che l’albero che causa la morte è principalmente un albero di coscienza. Questo non è semplicemente un albero del “bene” e del “male” ma che è un albero che impartisce coscienza a chi ne assaggia. Il suo frutto possiede l’abilità di distinguere fra ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Quelli che ne prendono parte sanno distinguere per se stessi, ciò che è buono e ciò che è malvagio. Questa “coscienza” però disabilita chi la possiede ad essere padroni di se stessi. Possono si, determinare il corso della loro vita. È proprio qui che Adamo ed Eva conquistano la loro indipendenza. Con questa sapienza e questo discernimento potevano analizzare la loro situazione, quelle difficili, soppesare i vantaggi e svantaggi delle varie opzioni e prendere una decisone. Be, potresti domandarmi, che c’è di sbagliato in tutto questo? Il problema è ciò che abbiamo già visto in questo primo capitolo. Tutto questo Può essere perfettamente compiuto in completa indipendenza da Dio. Tutte le decisioni possono essere fatte senza la sottomissione e guida dell’Altissimo.

Quando noi facciamo così noi siamo dio a noi stessi. Noi prendiamo le redini della nostra vita. Ci comportiamo secondo la nostra sapienza e la nostra capacità di capire. Certamente questo è soltanto naturale. Tutti noi lo facciamo. Difatti, fin dalla caduta di Adamo ed Eva, questo è il modo semplice di condurrere le cose mondane della vita. Ma Dio sta guardando verso coloro che desiderano ritornare indietro verso la Sua intenzione originale. Sta ricercando coloro che non “si appoggiano al proprio discernimento” (Pr. 3:5). Il Suo desiderio è per coloro che vogliono essere guidati, non attraverso la loro propria intelligenza e sapienza, non attraverso la propria abilità per decidere di se stessi, ma attraverso la comunione con Dio.

Adamo ed Eva erano intesi ad essere, come lo fu Gesù, l’espressione vivente del Padre. Risultato da conseguire attraverso la comunione e sottomissione a Lui. Mangiare dell’albero della vita avrebbe portato direttamente in loro la Sua Vita. Effettivamente la manifestazione di Dio in loro, sarebbe stato nient’altro che il risultato della loro intima relazione con Lui. Se avessero vissuto una relazione in armonia con il Padre avrebbero avuto attraverso i Suoi pensieri, le Sue attitudini e il Suo carattere, una relazione di dipendenza che li avrebbe portati ad esprimere devozione per Lui a tutto l’universo. Una sorta di giustizia “applicata” che si sarebbe poi manifestata attraverso i nostri progenitori, pur non essendo essa originato da se stessi. Invece di questa gloriosa possibilità, acquisirono una sorta di coscienza che li rese incapaci di vivere senza Dio e simultaneamente ricevevano tutto ciò che ne comportava come danno per mancanza della Sua presenza.

Sebbene la via dell’indipendenza è aperta a chiunque la sceglie, i credenti in Gesù sono chiamati a cibarsi del frutto di un altro albero. Sono chiamati a far parte di una relazione con il loro Re, che li guiderà. Infatti, Lui entrerà in loro e li guiderà dal loro interiore. Egli concede una sapienza che non appartiene alla Terra. Può guidarli a fare qualcosa che da un punto di vista umano Può sembrare una follia. Può portarli a far vivere in un modo che ha un impatto determinante da un punto di vista eterno, ma potrebbe sembrare del tutto ridicolo agli occhi di coloro che camminano secondo la mentalità di questo mondo. Come ben puoi vedere, la sapienza di questo mondo, provveduto dall’albero della morte, è pazzia per Dio (1 Cor. 3:19). Il punto di vista umano Può sembrare perfettamente logico, ma non tiene per niente in considerazione il punto di vista Divino. Pietro, usando la propria sapienza e intelligenza spinse Gesù a non andare a Gerusalemme e morire sulla croce (Matt. 16:21-23). Come ci sembra naturale e giusto dire così da un punto di vista umano! Dal punto prospettico Celeste era il lavoro e la sapienza di Satana.

Vedi quanto è pericolosa è la sapienza umana? Riesci ad afferrare quanto sia fonte di ribellione l’uso della coscienza che abbiamo ottenuto impropriamente? Eva e Adamo non se ne sono resi conto. Per loro sembrava una cosa desiderabile e buona. Sembrava una liberazione. Il senso di aver ottenuto l’indipendenza e l’autoaffermazione di se stessi. Come sembra che sia per te oggigiorno? Ti senti trascinato dal pensiero di voler essere qualcosa e qualcuno? O sei attratto dal pensiero di essere completamente dipendente da un’ Altro?

COME USIAMO LA PAROLA DI DIO

Mentre discutiamo sul concetto del bene e del male, l'abilità di sapere cos’è giusto e sbagliato, dobbiamo anche parlare dell’uso delle Scritture. La Bibbia c’è stata data da Dio. Ogni Parola è stata soffiata dalla Sua bocca (2Tim. 3:16). È utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia. Non possiamo, ed effettivamente non vorremmo mai desiderare di contestare questo fatto. È altresì vero che le Scritture possono essere usate in un modo sbagliato. Per esempio, Satana quando tento` Gesù, cito` la Parola di Dio. Molte, molte persone attraverso i secoli, compresi uomini di Dio, hanno usato e distorto le Scritture alla propria distruzione (2 Pie. 3:16). I Farisei sono in questo un buon esempio. Conoscevano bene dai Testi, dove sarebbe nato il Messia, ma di fatto non lo andarono ad adorare. Sapevano che il prezzo di sangue non poteva essere accettato per un’offerta, ma lo fecero, quando Giuda rese i soldi del tradimento (Matt 27: 6). Giornalmente erano assorti ad investigare le Scritture (Giov. 5:39) per sapere cosa fosse giusto e cosa sbagliato, ma difatti non volevano andare e sottomettersi a Gesù.

Come è facile mangiare del frutto dell’albero sbagliato. É persino abbastanza possibile di usare la Bibbia per scoprire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, cosa è buono e cosa è malvagio e poi usare questa sapienza per fare come ci pare. Gli ipocriti del tempo di Gesù non sono gli unici. Ancora oggi incontriamo molti che usano frequentemente le Scritture e che non sono realmente sottomessi a Dio. Una volta che scopriamo per noi stessi il modo corretto ed incorretto, siamo fortificati da questa coscienza ad agire in un modo indipendente. Possiamo vivere la nostra vita come vogliamo adattando i principi “spirituali” a noi stessi. Possiamo conoscere il bene ed il male da noi stessi e liberamente prendere le nostre decisioni. Questo modo di fare non è solo possibile ma comune.Molti cristiani pensano che possono modellare la loro vita armonizzandola alle leggi bibliche o i principi del Nuovo Testamento e così piacere a Dio. Studiano doverosamente la Scrittura, scoprendo ciò che giusto e sbagliato, buono e cattivo e cercare di vivere attraverso questa coscienza. In questo modo adempiremo la scrittura “cercando di stabilire la propria(nostra) non si sono sottomessi alla giustizia di Dio (Rom. 10:3).

Speriamo, che dalle precedenti puntualizzazioni puoi incominciare ad intravedere l’errore di questa strategia. La questione qui non è “bene o male”. Sono entrambi sullo stesso albero che causa morte. Invece la questione è come imparare a vivere in comunione ed in dipendenza da Dio. Lui e Colui che ci deve dirigere. Lui è colui che deve risolvere i nostri dilemmi morali. Egli è Colui che ci darà comprensione su come e cosa fare. Un vero e intimo cammino con Dio comporta un gran livello di innocenza infantile, che non sa molto come trattare con la vita e tutti i suoi problemi ma ci porta a confidare momento per momento nel Padre. Certamente la Bibbia è il mezzo principale attraverso cui ci comunica la Sua volontà per noi. La nostra preoccupazione è che giorno dopo giorno diventiamo sempre più dipendenti su di Lui e sempre meno dipendente da noi stessi.

Sapevi che la Bibbia Può causare la morte spirituale? Troviamo nelle sue pagine proprio questo! Paolo di insegna che la “lettera” della Bibbia uccide (2 Cor. 3:6). Questo significa che è possibile usare le Scritture in un modo sbagliato che ministra una morte spirituale. Se noi prendiamo della coscienza biblica tra le nostre mani, e ci comportiamo in maniera indipendente da Dio, diventiamo ministri di legami e di morte. Come Eva, possiamo mangiare del frutto dell’albero della morte e offrirne ad altri. Possiamo diventare persone piene di concetti, concetti di che cosa è giusto e ciò che è sbagliato, concetti su cosa dovremmo fare e ciò che non dovremmo fare, concetti di cosa è “scritturale!” e qual’è un errore. Ben armati di questi concetti possiamo andare e lasciare queste informazioni ad altri, aspettandoci che come risultato, si comporteranno come noi. Questo è il ministerio della morte.

IL MINISTERO DELLA MORTE

Credo che tu possa confermare questo per esperienza. Hai mai incontrato cristiani che sanno tutto? Che hanno più ragione di chiunque altro e sopra ogni cosa. Dalle pagine del Libro di Dio, hanno sintetizzato un intero schema di dottrine per governare il proprio (e altrui) comportamento. Mentre, seppur si trovano piccoli errori nei loro insegnamenti, c’è un “sapore” su tutta la loro esperienza che non quadra. Manca la dolcezza di Cristo. Non stanno dominando le attitudini e il carattere di Gesù. Invece quello che viene trasmesso è un senso di pretesa a conformarci, sforzandoci di raggiungere un traguardo. Questo è il ministerio della morte. É il cibarci dell’albero del giusto e dello sbagliato; buono e malvagio. É l’usare della Parola di Dio, ma senza essere veramente sottomessi a Lui. Essere obbedienti alle richieste della Legge non è la stessa cosa come avere una intima comunione con il nostro Signore. La nostra mancanza di intimità nel Nuovo Patto, è un atto di ribellione contro di Lui.

L’Apostolo Paolo spiega che è lo Spirito che dà vita. Le stesse parole bibliche che provocano morte se amministrate dall’uomo naturale, usate mentre sono sotto il controllo e l’autorità dello Spirito Santo, danno vita (2 Cor. 3:6). Il suo uso delle Sacre Scritture non derivava dalla sua intelligenza. Non venne dallo studio e dalla memorizzazione d’essa. Sebbene sono convinto che meditava giornalmente la Scrittura, sapeva come sottomettersi a Dio. Capiva che non era qualificato per agire indipendentemente, interpretando ed ed esponendo da solo le cose concernenti Cristo. Sapeva essere un recipiente sotto il controllo di Gesù. Sapeva come nutrirsi dell'albe’o della vita. Coloro che comprendono questo segreto, trasmettono una impressione differente. Questo frutto possiede inoltre un sapore diverso. Sottomettere la personalità di coloro che camminano nella vita è l’essenza inconfondibile del Divino. Cé qualcosa in loro che trasmette la dolcezza di Colui che amiamo.

L’ULTIMO MINUTO

Avvolte la precedente comprensione della volontà di Dio, ci Può aiutare perché dobbiamo aspettare fino all’ultimo minuto per ricevere la sovrannaturale liberazione. Quante volte abbiamo pianto intensamente verso Dio, aspettando e aspettando e poi prendere in mano la situazione, come fece il re Saul, nel Vecchio Testamento? Dobbiamo imparare a diventare interamente dipendenti da Dio. Ancora e poi ancora, ci testerà per aiutarci, facendoci notare che continuiamo ad appoggiarci sulle nostre forze. Come abbiamo già visto, il soggetto è molto vicino al Suo Cuore. É nel centro della Sua volontà per l’uomo. Il vero Cristianesimo è la vita vissuta in completa dipendenza dal Padre. Questo sottintende un rapporto giornaliero vicino a Lui. Come alternativa, l’unica scelta è di nutrirsi del frutto dell’albero proibito e con il suo aiuto guidare la nostra vita.

Come abbiamo bisogno di coltivare un’intima relazione con Gesù. Solo così potremo prendere giornalmente della Sua Vita. É questa vita che ci riempirà e ci guiderà giorno per giorno. E sarà questa vita che sgorgando da noi si verserà in altri attraverso un ministerio spirituale autentico. Gesù è la fonte della Vita. Lui ci spiega che se noi veniamo a Lui, sarà una fonte di acqua viva (Giov. 7:38, 39), che fuoriesce effervescente trasmettendo alla vita degli altri tutto intorno. Nelle relazioni spirituali vi sono due tipi di “coscienza”. Una potremmo dire una coscienza al riguardo di Dio. L’altra, una coscienza di Dio. La prima si riceve attraverso lo studio di informazioni disponibili, la seconda attraverso la intima relazione con Lui. Questi, cari amici, sono i due alberi. Sono ancora oggi disponibili. Quale vuoi scegliere?

Fine del Capitolo 3

Leggi Altri Capitoli Online:

Capitolo 1: L’AMORE DI DIO

Capitolo 2: L’OFFERTA DELLA VITA

Capitolo 3: I DUE ALBERI (Capitolo Attuale)

Capitolo 4: LE DUE NATURE

Capitolo 5: LA SENTENZA DI MORTE

Capitolo 6: LA SALVEZZA DELL’ANIMA

Capitolo 7: IL TRIBUNALE DI CRISTO

Capitolo 8: MONTAGNE E VALLI

Capitolo 9: IL SANGUE DEL PATTO

Capitolo 10: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (1)

Capitolo 11: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (2)

Capitolo 12: PER GRAZIA TRAMITE LA FEDE

Capitolo 13: L’IMMAGINE DELL’INVISIBILE

Capitolo 14: LA SPERANZA DELLA GLORIA

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